La confusione sull’introduzione del pensiero computazionale nelle scuole è grande. Non so se dipenda dalla storicamente scarsa dimestichezza della cultura italica con la parte logico-matematica del nostro cervello (e della storia del pensiero), da un magari in buona fede ma maldiretto tentativo di colmare il distacco con altri popoli, o dalla scarsa disponibilità di docenti abbastanza preparati e abbastanza coraggiosi da saper affrontare un cambio di paradigma che comunque non è più rimandabile.
info.appname?
Ma dico. Esiste finalmente una piattaforma che può e deve diventare il punto unico di accesso a tutti i servizi digitali della pubblica amministrazione, una piattaforma che rispetto al livello medio dell’informatica pubblica è oro. Esiste l’app IO, ben disegnata, scalabile, open source, sicura.
Perché allora perseverare in questa assurda prassi di tirar su portali ad hoc col codice pieno di var pippo e che crollano al primo picco di accessi? Perché questo rito osceno del click day anche per i vaccini?
Forse perché tutto fa brodo e i fornitori devono mangiare? Se la ragione è questa, i fornitori possono benissimo imparare a integrare i servizi di backend in IO.
E non mi si venga a dire che la sanità è competenza regionale perché IO, l’interfaccia utente del “sistema operativo dello Stato”, è soltanto un gateway, un punto unico di accesso, e non lede in alcun modo le prerogative degli enti.
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