La confusione sull’introduzione del pensiero computazionale nelle scuole è grande. Non so se dipenda dalla storicamente scarsa dimestichezza della cultura italica con la parte logico-matematica del nostro cervello (e della storia del pensiero), da un magari in buona fede ma maldiretto tentativo di colmare il distacco con altri popoli, o dalla scarsa disponibilità di docenti abbastanza preparati e abbastanza coraggiosi da saper affrontare un cambio di paradigma che comunque non è più rimandabile.
Eros e Bellezza
Ma quanto riesce a rappresentare questa nuova Italia il Festival della Bellezza di Verona? Tanto, tanto.
Non solo perché a pretendere di parlarci di Eros e Bellezza sono 23 maschi su 25 ospiti, 23 mascheroni tutti o quasi rigorosamente bianchi, etero, almeno cinquantenni, benpensanti, prodotti di quella cultura borghese che ha costruito il suo brand sulla distanza dal pop ma che è invece risciacquatura o poco più.
Ma anche perché, nel più classico degli scippi all’italiana, il festival non si fa scrupolo di appropriarsi delle opere dell’altrui ingegno, quelle dell’artista Maggie Taylor, le cui immagini campeggiano nella locandina, sul sito, sui social, senza che alcun credito le sia riconosciuto, senza permesso e senza rimpianto. Un furto in piena regola, una violenza. E ancora una volta la vittima è una donna.
Dovevamo uscirne migliori, dicevano.
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