La confusione sull’introduzione del pensiero computazionale nelle scuole è grande. Non so se dipenda dalla storicamente scarsa dimestichezza della cultura italica con la parte logico-matematica del nostro cervello (e della storia del pensiero), da un magari in buona fede ma maldiretto tentativo di colmare il distacco con altri popoli, o dalla scarsa disponibilità di docenti abbastanza preparati e abbastanza coraggiosi da saper affrontare un cambio di paradigma che comunque non è più rimandabile.
Sesso e carattere
La bellezza e l’arte sono zone femminili dello spirito. L’arte è femmina ed è l’uomo che la fa e la plasma. I maschi se potessero decidere starebbero sempre in mezzo alle femmine e quindi la disparità di genere esiste per colpa delle rivalità femminili.
Congratulazioni al novello Otto Weininger de noantri. Parliamo, per inciso, di quella stessa arte e bellezza che viene preclusa a una donna se non è vestita secondo un viscido canone di decoro stabilito, ça va sans dire, dai maschi (googlare Musée d’Orsay).
Ma questi otri gonfi pieni di luoghi comuni perché continuano ad avere spazio e visibilità? Alla fin fine non è colpa loro se sono nati maschi e italiani, due condizioni che, mi sembra ormai evidente, hanno un impatto devastante sulle capacità intellettive. La colpa è nostra ché continuiamo a dargli retta.
Weininger almeno, dopo Geschlecht und Charakter, si suicidò. A 23 anni.
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